UNICMI – Il Rapporto sulle Costruzioni metalliche con analisi dei dati 2024 e le proiezioni per il 2025″ .
Fondazione Promozione Acciaio – Seminario “La resistenza al fuoco delle costruzioni in acciaio” – Roma 5 novembre 2024
UNICMI: Presentazione del RAPPORTO 2024 sul mercato italiano della carpenteria metallica – I dati del 2023 e le previsioni per il biennio 2024-2025
FISA – Tavola Rotonda “Qualificare per la Sicurezza: il ruolo strategico del manutentore antincendio” (19.9.2024)
UNICMI – Il Rapporto sulle Costruzioni metalliche con analisi dei dati 2024 e le proiezioni per il 2025″ . finco News Associate 15 Novembre 2024 15
Paestum – 29 ottobre 2015, ore 15.00 “Verso una rappresentanza unitaria degli archeologi italiani” A cura del Coordinamento degli archeologi italiani
Relazione per Finco: Efficienza Energetica nei Beni Culturali finco Filiera Beni culturali e Conservazione 21 Novembre 2016 62
Confimi Industria: addio allo smart working per 7 imprese su 10. Previste nuove assunzioni per quasi 1 pmi su 5 Ultimi aggiornamenti Confimi Industria, indagine agli associati: addio allo smart working per 7 imprese su 10. Previste nuove assunzioni per quasi 1 pmi su 5 Roma, 22 ottobre 2020 – Il recupero del fatturato perso a causa del covid19 non è per tutti dietro l’angolo e di certo non avverrà con l’arrivo della prossima primavera, ovvero a un anno esatto dal lockdown. È quanto emergenze dall’indagine di Confimi Industria, confederazione del manifatturiero italiano, condotta nei giorni scorsi ai propri associati. Tempi di recupero più lenti quindi rispetto alle previsioni dell’Istat per oltre 6 industriali su 10. E se il 13% degli stessi dichiara di aver già recuperato il fatturato perso nelle settimane di blocco, c’è un 21% del campione che si sente ottimista e, guardando all’andamento del secondo semestre dell’anno, crede di chiudere il 2020 senza particolari scostamenti rispetto all’anno precedente. Ottimismo che cresce di 10 punti percentuali per gli imprenditori del sud: fatturato in linea quindi per oltre il 30% delle imprese del Mezzogiorno. Il Centro Studi di Confimi Industria è tornato infatti a interrogare il suo campione – circa 1000 aziende – appartenenti per lo più ai settori della metalmeccanica, dell’alimentare, del settore edile e dei servizi, con in media fino a 30 addetti e un fatturato annuo che nella maggior parte dei casi si attesta sui 10 milioni di euro. Tra i quesiti dell’indagine non potevano mancare quelli sull’occupazione, a partire dall’utilizzo di ammortizzatori sociali e lavoro da casa. Quasi il 40% (39,8%) degli industriali ha ancora in attivo gli ammortizzatori sociali coinvolgendo poco più del 35% (35,6) del personale in forza. Percentuali che crescono nelle regioni del sud Italia: CIGO e CIGS sono attivati da oltre il 50% delle pmi e arrivano a coinvolgere il 48% dei dipendenti. Addio all’utilizzo dello smart working per 7 aziende su 10. E se dalle precedenti indagini era già emerso che un buon 15% non aveva optato per il lavoro agile, oggi solo il 17% degli industriali ha ancora personale che lavora da remoto e, di questi, solo il 25% prevede che lo smart working possa in un prossimo futuro diventare una reale modalità di lavoro. Complice anche il settore di appartenenza, gli imprenditori di Confimi Industria prevedono smart working per i soli reparti di amministrazione e marketing. In decisa controtendenza le previsioni sull’eventuale riduzione dell’organico una volta superato il blocco dei licenziamenti in vigore fino al 31 dicembre: il 72,7% degli industriali infatti manterrà invariato il proprio livello occupazionale. Riduzione, e fino a un massimo di 5 unità, per il 9,5% delle imprese rispondenti, mentre il 17,8 del campione ha dichiarato di avere in previsione perfino nuove assunzioni. Percentuale che cresce e arriva al 21% per il settore della meccanica. Non ci sono invece buone nuove sul versante del credito: 1 imprenditore su 2 ha usufruito delle misure per il credito e più dell’8% sta ancora aspettando di accedervi. L’interesse degli imprenditori del manifatturiero si è concentrata per lo più nelle richieste dei 30 mila euro (nel 45% dei casi) e in quelle da 800 mila (42%), mentre solo il 13% delle imprese ha fatto richiesta per il credito di importo superiore. Capitolo a parte quello degli investimenti strutturali. Nonostante gli innumerevoli progetti presentati dal governo e dai ministeri per valorizzare i fondi del Recovery Fund, gli imprenditori di Confimi Industria hanno espresso preferenze nette, decretando un loro podio tra i progetti stilati dal Ministero dello Sviluppo Economico: intervenire sul credito di imposta per una produttività sostenibile (che ha trovato il favore di quasi il 40% degli imprenditori intervistati), un piano di incentivazione per la ripresa e la resilienza del settore dei servizi avanzati e le industrie innovative, (29,5%) e un progetto di specializzazione intelligente del sistema Paese e del Made in Italy (29,3). http://www.fincoweb.org/wp-content/uploads/2020/10/Manifattura_Confimi-Industria-su-FASE-3.pdf UFFICIO STAMPA CONFIMI INDUSTRIA Condividi:Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)